venerdì 28 dicembre 2012


sull'erba
sdraiata sull'erba,
osservo il mondo,
gli alberi sono il mio eterno respiro,
ho gli occhi di un cervo,
e la ripresa di una lepre,
nel vento dolce del primo autunno,
dolore e gioia si mescolano tra loro,
ed io mi perdo nel mondo,
dell'infinito orizzonte.
stelle
le stelle sono chimere irrangiungibili
anche noi come loro..
siamo alla ricerca di felicità,
per allietare il nostro cuore,
ciudo i miei occhi,
e cerco di raggiungerle,
forse tra quelle stelle,
c'è il mio amore.

magia
se la luce velata della luna..
pare essere magica..
la terra vista dallo spazio..
nel suo colore blu
è immersa nella magia piu vera
la vita traspare dall'alto..
tutto vibra d'amore..la vita è in essa..
voluta dal suo creatore..
perfetta nell'insieme del sistema
gioiello della via lattea..
l'aLba
Così bella e l'alba,
Così Tranquilla,
Gode l'anima,
mentre le ombre della notte fuggono.
e la luce SI impossessa del vuoto
il Suo respiro e buono
e la rugiada fresca ..
Scivola Dolcemente Sulle foglie,
Mistico,
incantevole,
magica ed eterea.

montagna
io vado tra cime maestose
nel difficile cammino,
impraticabile ai cavalli,i
il mio desiderio alle volte è estremo,
ma quelli che come me,
vogliono ottenere per lo spirito,
quanto sei in alto o montagna,
selvaggia nell'azzurro cielo,
hai un potere imperscrutabile,
pendii infiniti,
con ogni fiore , ogni foglia,
ogni tua aurea,
sembra baciare l'universo
perchè tu appartieni,
a quel cielo lontano.
Quando t'incontrai...fosti come il sole che sorse all'orizzonte!
La luce mi avvolse e inabissai in quell'oceano di chiarore,
tra quei flutti profumati capii l'essenza della mia vita. Così debole, così fragile.

Dove l'aquila forma il suo nido, il capriolo salta su rupi e precipizi,
nel ripido burrone solcato da un torrente spumoso
che scende leggero tra i sassi.

Il volto accarezzato dall'aria frizzante in quel dì così terso,
scosse l'animo da indistinta commozioni, profonde,durature,
aiutando il lume e la ragione nel distinguere il bene dal male.

Fosti come un vulcano in eruzione la lava mi raggiunse e fu salutare,
mi sfiorò il respiro e capii il significato di cibo e bevanda.
Un vago spavento trasparì in quella gioia.

Come un onda improvvisa del mare in burrasca
che coglie di sorpresa, mi trascinò con la sua forza
nel turbinio, rombando e spumeggiando verso riva.

Il canto dell'allodola salutò il nuovo giorno
mentre la luccicante brina scivolò lentamente,
come un vezzo, per strappare baci e carezze.

Un vento impetuoso scosse i rami delle quercie secolari e i faggi
gli occhi tuoi mi coprirono con la sua dorata e trasparente luce,
tra il mormorio del torrente nascosto nell'umbratile bosco romito.

Con sguardi d'amore e cantici di gioiarispecchiavi l'infinito firmamento.
Una grande e malinconica solitudine mi assalì, sforzò l'anima mia immergendola nella tua,
rivelò misteri e l'aprì ad aspirazioni sante.

Nel silenzio della notte ti chiamavo, rispondevi colmando il mio cuore di te.
Discreto e silenzioso, mi raccogliesti dal nulla.
E le gioie della creazione si riflessero come in una sorgente.

Il dolce tocco di una campana pareva scendere dall'alto, come un celeste prodigio abbracciò cielo e terra.
Mentre nell'empireo con festa solenne, gli angeli con tranquilla ebbrezza, contemplavano
l'ente supremo, che alitava su di loro la sua splendente intelligenza.

Quando tutto pare grave e misterioso è tenero osservare la neve che cade a larghe falde,
fiocchi candidi e puri, coprono ogni cosa, nascondendo i peccati di tutti.
Non senti più opprimere il cuore da una mano di ghiaccio.

Mio soccorso, mio rifugio, fascino dolce, penetrante, sfibrante,
più dell'incanto di un tramonto d'autunno, virtù eletta dello spirito,
immacolato velo che avvlge il creato: Jesus.